Descrizione

“In particolare quello che trovo interessante nell’opera di Gea Casolaro è il fatto che in questo ambito operativo l’artista romana innesta una sottile vena erotica, o, detto in un altro modo, la ricerca di un ideale di bellezza, non solo tanto poco percettibile da essere colta, quanto da rivelarsi come indice di una mancanza, di una perdita, di uno svanire di qualcosa -il piacere, la bellezza- che tuttavia ha lasciato delle tracce, per quanto rade e a volte al limite dell’inconsistenza. Spread in Prato 2006, Seguendo i fili che formano il tessuto della città, Pier Luig Tazzi, ed. Archivio Fotografico Toscano, Dryphoto arte contemporanea, Prato 2006.

“Marco era sempre dietro la macchina fotografica ma, per me, è sempre stato più un poeta che un fotografo. Un poeta il cui sguardo amorevole tentava continuamente di trovare il bello nel brutto, la meraviglia nell’ordinario, qualcosa di speciale nello spazio quotidiano delle nostre città e delle nostre vite, per salvarlo e salvarci dalle storture del mondo.” Gea Casolaro, Roma 2024

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Marco Baroncelli a Dryphoto

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