Descrizione

La foto è la moderna versione della parabola della moltiplicazione dei pesci; con essa moltiplichiamo la realtà, ce ne impadroniamo, la coloriamo, la rendiamo simile ai quadri, impressionisti o astratti a scelta. L’importante è che la fotografia “trasformi” abbellisca, accenda i colori, possibilmente immergendo gli oggetti in un’atmosfera soffusa, carica di nostalgia e ricordi. E se la realtà è brutale come nelle guerre si può fare ancora qualcosa, basta riprendere i combattimenti controluce o mentre si stagliano contro il cielo. Perché per i fotografi tutto è simbolo: le cose non sono mai quello che sembrano; questo lo credete voi, ma solo perché siete degli inguaribili ingenui. Io mi domando perché Ghirri si ostini con le sue foto a frugare nei quartieri dove abita la maggioranza degli uomini. Si dimentichi invece della carica dei ricordi che si sedimenta nelle pietre antiche delle nostre città, quelle pietre che fanno parte dell’infanzia di noi tutti.” Franco Vaccari, “Luigi Ghirri, quaderni 44”, CSAC, Università di Parma, 1979.

“Still Life” e “Topographie-Iconographie” 1981

Dryphoto Centro di Cultura e Tecnica dell’Immagine Meccanica inaugura la propria sede con due mostre ed un seminario di Luigi Ghirri, figura cardine dell’importante fenomeno culturale che prenderà il nome di “Scuola italiana di paesaggio”.
Una scelta determinata dalla necessità di riflettere sui meccanismi della visione e della rappresentazione alla luce anche delle forti istanze di cambiamento sociale e di ricerca d’identità sentiti in quegli anni, intuendo anche l’influenza dell’opera del, lavoro sulla trasformazione del paesaggio contemporaneo che fortemente ha influito sugli sviluppi della fotografia odierna, rinnovandola e ponendola in comunicazione con il contesto internazionale.
Le due serie sono esposte per la prima volta in Italia provenienti direttamente dalla “Light Gallery di New York”. Luigi Ghirri conduce anche il seminario “Il senso del fotografare” ed invita Charles Traub, direttore della Light Gallery, e Douglas Baz fotografo free lance.
“Still Life”, presso Chiesino San Iacopo, Prato; “Topographie-Iconographie”, presso la sede di Dryphoto in via Pugliesi 23.

“Still Life”. “
La fotografia diventa in questo lavoro linguaggio che opera per accumulazione istantanea sul significare del cambiamento di senso quando il mondo dei segni si integra con il mondo fisico, e insieme ulteriormente su di una terza visione. In questi piani prospettici mentali, credo debba trovarsi il senso di queste fotografie; così analogamente penso debba trovarsi il senso che dò anche al fotografare: sovrapposizione di una immagine preesistente con il momento presente; per un’immagine ultima che diventa così immagine altra.””, Luigi Ghirri, Luigi Ghirri, quaderni 44”, CSAC, Università di Parma, 1979.

“Topographie-Iconographie”
Luigi Ghirri va oltre un immaginario che determina il nostro modo di guardare la realtà, e il fotografare diventa un modo per riattivare la nostra personale immaginazione. Osservare, guardare oltre l’oggetto rappresentato, costruire una nuova ecologia dello sguardo.

Luigi Ghirri, 1995

Immagini selezionate dai suoi lavori più conosciuti. Caratterizzarti dalla carenza di persone, da spazi che costituiscono il nostro quotidiano, realizzati con sobria neutralità. È la consapevolezza di chi usa consapevolmente un vedere affettivo e un valore mentale.

Vintage, 1998

Vintage, Luigi Ghirri, in mostra preziosi vintage di selezionati da lavori come Kodachrome, Iconografia-Topografia, Catalogo, Still life, Tra Albe e Tramonti. Ghirri fotografa con fiducioso ottimismo per capire, per conoscere, per ridare identità alle cose; in uno dei suoi numerosi scritti dice: “Il senso che cerco di dare al mio lavoro è quello di verificare come sia possibile desiderare ed affrontare la strada della conoscenza per poter infine distinguere l’identità precisa dell’uomo, delle cose, della vita, dall’immagine dell’uomo, delle cose, della vita.”

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