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“Abati mi sembra una delle poche figure in Italia non ossessionata dalla fotografia come manufatto fine a se stesso; entrambi forse abbiamo di questa delle considerazioni comuni, forse entrambi cerchiamo nella fotografia una problematica meno restrittiva di come viene affrontata correntemente; forse l’idea di poter assieme ad altri non svendere capacità e potenzialità nel grande circo della professione, nel consumare ogni energia e ogni sguardo in direzioni sempre più fumose e imprecise; o forse semplicemente il desiderio di fare qualcosa per la fotografia. Questo suo lavoro sul corso dell’Arno, mi sembra proprio la testimonianza più concreta di queste idee che mi sono fatte su Abati. Quello che infatti in perfetta solitudine e caparbiamente ha portato a compimento, è il solo lavoro che io conosca sul territorio italiano, che non rientri nel filone oramai desueto e consunto del “Nuovo Paesaggio”, rivisitazione di bellezze italiche, ripatinate secondo le nuove regole del Glamour della attuale fotografia internazionale.” Luigi Ghirri, Attraverso i villaggi, stampa BMB, Firenze, 1988.