A proposito di 167-41_X1, ecco la trascrizione della recensione della mostra a Dryphoto, estratta dal numero 122 di Flash Art, estate 1984.
“L’immagine addomesticata” è una curiosa e nutrita selezione di foto Polaroid che Schifano ha scattato nel corso degli ultimi mesi al proprio televisore acceso. Questi frammenti di programmi televisivi sono stati riuniti secondo varie tematiche: il volto femminile bloccato in improbabili espressioni, le azioni congelate, i riconoscibili paesaggi televisivi, le scene di crudo erotismo domestico, gli esaltanti momenti sportivi. Prerogativa essenziale dell’arte di Mario Schifano. Fin dagli esordi attorno al ’60 la sua opera sta nell’atto del guardare, del soffermarsi dello sguardo su questo o quel particolare e di catturare l’immagine interessante entro il bombardamento di forme che continuamente ci troviamo a subire. Dal ’70 in poi lo sguardo dell’artista è stato catturato a sua volta dall’immagine video. “lo dormo con la televisione accesa” dice Schifano. ‘Sono cullato dalla TV. Vedo tutto quello che passa e mi piace tutto. Quello che mi interessa non è la cultura della TV ma la cultura dell’immagine della televisione”. Infatti Schifano non usa il televisore come i concettuali o i performer, ma si lascia travolgere dal fluire di quella luce che, fino ad un attimo prima dispersa nell’aria, si condensa sullo schermo video in immagine elettronica. Il televisore è fotografato come luogo di avvenimenti, una rivista sfogliata per fissare appunti, un accento posto nel ritmo ripetitivo del fluire costante di immagini. Potrebbero essere annotazioni dell’artista per prossimi, nuovi dipinti; oppure semplicemente immagini “prese”, banali, domestiche e tuttavia così terribilmente sofisticate nella loro freddezza elettronica. Elena Roverselli.